Riqualifichiamo a favore del progresso, dell’innovazione e della cultura
Non svendiamo il territorio ai privati per fare ciò che vogliono e solo per avere in cambio una rotatoria e una pista ciclabile
La realizzazione di un nuovo supermercato nell’area dell’ex birreria Dormisch, piccolo o grande che sia, la riteniamo un’idea veramente assurda e anacronistica. In quella zona, dove a pochi metri c’è né un altro della Coop che giganteggia nel quartiere, troviamo l’idea che sia concettualmente del tutto sbagliata e non corrisponde alle reali esigenze della città. Convinti da sempre che la struttura vada recuperata, è fondamentale aprire un dialogo tra le parti interessate, poiché la sua posizione strategica, adiacente alla storica Porta Villalta e a due passi dal centro studi, una riconfigurazione ideale sarebbe quella di creare spazi per i giovani e per gli studenti. È ora di dire basta. Continuare con il consumo del suolo e con nuovi insediamenti di mega strutture commerciali, va nella direzione opposta alle esigenze della città. L’ex birrificio va recuperato, ma in un’ottica che deve essere una vera opportunità anche in termini di riqualificazione della zona, per questo una soluzione va trovata. Udine non può continuare a cedere spazi e lasciare che i gruppi della grande distribuzione continuino a colonizzare buona parte del territorio, questo si che sarebbe un nuovo scempio architettonico. Ragioniamo in modo realistico su quello che possa servire in quella zona. I metri quadrati sono parecchi, si posso trovare tantissime soluzioni funzionali. Una biblioteca comunale, universitaria, mediatica, aule multimediali, un cinema multisala, o un’area congressi. Le nostre proposte sono semplici. La prima è anche inserita nel nostro programma amministrativo per le elezioni del 29 aprile, e cioè, mettere mano al Piano regolatore generale per ridisegnare un futuro nuovo per tutte le zone “H” ancora “inespresse” presenti in città, tenendo conto delle mutate esigenze funzionali del territorio. La seconda, è quella di intervenire per la riqualificazione dell’area, sensibilizzando i proprietari e gli investitori al fine di investire nel progresso, per l’innovazione e per la cultura e non su nuove e mega attività commerciali che vanno a intaccare negativamente il territorio già compromesso e alimentano sempre più forme di consumismo sfrenato.