Il partito democratico e il candidato in pectore Vincenzo Martines quando parlano sulla questione profughi e il sistema accoglienza in città, invece di scagliarsi contro il Prefetto, dovrebbero prima autocensurarsi, perché se Udine oggi si trova in queste condizioni, è tutta colpa loro.
Sul tema profughi da parte del Pd, dal capogruppo Monica Paviotti, non emerge nessuna linearità. Sono passati dall’accoglienza sconsiderata ad accettare e avallare ogni atto che la prefettura proponeva, dichiarando in consiglio comunale che la strada intrapresa era quella giusta, per scoprire solo adesso in piena campagna elettorale che non sono d’accordo. Raccontano solo balle ai cittadini, un modo subdolo per lavarsi la faccia per i tantissimi errori commessi nella questione dei profughi. Dal 2013 siamo stati i primi a denunciare e a essere contro il sistema che prevedeva l’arrivo massiccio dei profughi in città, dove erano Martines e la Paviotti? Dove era l’intero Pd che invece di ribellarsi, appoggiava le politiche disastrose di Honsell? In questi anni, hanno sempre rinnovato convenzioni milionarie con la prefettura e con le associazioni sparse sul territorio, nate come funghi appena hanno sentito il profumo dei soldi e del business. Solo adesso alzano le barricate contro il prefetto e nel farlo si rendono poco credibili. Sono esattamente come l’Ircocervo, contraddittori e confusionari, e con le continue dichiarazioni capate in aria evidenziano situazioni kafkiane. Forza Italia sin dal primo giorno ha criticato l’amministrazione comunale, la maggioranza, il sindaco e il prefetto, e sulla questione profughi abbiamo sempre tenuto una posizione chiara e cristallina. Fa specie che Martines si svegli solo ora. Dove era quando la Regione metteva in primo piano una serie di politiche per la sistemazione l’ex caserma Cavarzerani? Dove era quando l’amministrazione regionale, ha dato il via all’Azione C “Macro Progetti Locali per richiedenti asilo e/o titolari di protezione internazionale” riservando, a favore dei Comuni aderenti, di cui anche Udine, la somma complessiva di € 400.000,00 a valore sul Fondo per gli interventi previsti dal programma per le politiche d’immigrazione? Non solo, mentono anche sui numeri. Dall’ultima rilevazione al 22 gennaio il totale in città è di 672. Suddivisi in 291 nelle strutture temporanee (CAS), 327 presenze nei centri di prima accoglienza e 54 nelle strutture Sprar. La media annua di presenze nel 2017 è stata di 827 richiedenti asilo. Numeri un po’ assottigliati rispetto agli altri anni, ma sempre troppi. Sulla questione controlli e braccialetto elettronico. Ben venga qualunque strumento che accerti puntualmente la presenza e dove alloggiano. Per questo siamo pienamente d’accordo, va nella direzione che abbiamo sempre sostenuto in termini di sorveglianza e sulla capacità di avere sempre sotto controllo il numerico di quanta gente c’è all’interno delle strutture di accoglienza.