Per fare fronte agli sforamenti dei valori delle polveri sottili, non basta far scattare alcuni divieti nella sola città di Udine. La questione dell’inquinamento atmosferico dovuto all’innalzamento delle Pm10 ha ben ragioni molto più ampie, e finché si continuerà a ragionare solamente in modo settoriale, non avremo mai risolto il problema. Chiudere al traffico il centro cittadino come spesso avviene, targhe alterne e obbligo di abbassare le temperature nelle abitazioni e negli uffici, non ha nessun senso per la sola città di Udine, o meglio hanno una funzione di essere dei palliativi. La vera ragione sta in ben altre azioni. Il Piano di Azione comunale e le politiche volte a ridurre l’inquinamento, hanno un motivo di esistere se queste sono incastrate con un Piano di Azione più ampio, capace di affrontare la problematica in un contesto intercomunale. Contromisure che certamente vanno prese, ma non possono sistematicamente interessare la sola città di Udine, tutto l’hinterland deve prendere coscienza che l’inquinamento è un fenomeno che interessa tutti, nessuno escluso. Su questo Udine in qualità di capoluogo di provincia deve alzare la voce esercitando il suo ruolo nei confronti della Regione ed essendo comune capofila deve essere propositivo nei confronti dei comuni contermini, attraverso uno strumento sia essa una Consulta di servizi permanente o un Tavolo tecnico intercomunale sull’inquinamento. Perché continuare ad applicare limitazioni alla sola città di Udine non serve a nulla, mentre al di fuori del ring della città si continua a circolare come se nulla fosse o come se il problema non lì riguardasse.