Honsell con quelle affermazioni nel suo libro dimostra quanto poco attaccamento e sensibilità ha per la terra friulana. Essere il sindaco di Udine dovrebbe essere un orgoglio e un onore, e non una disgrazia. Per fortuna non si può ricandidare più. Honsell ha avuto nei primi cinque anni di mandato vita troppo facile, e nessuno dei partiti che attualmente lo sostengono immaginavano che la musica era cambiata. I media, i partiti e le opposizioni fanno il proprio lavoro, è evidente che a questo tipo di approccio non era abituato, per questo il secondo mandato gli sta risultando indigesto. Nessuna campagna elettorale è uguale all’altra, è sempre stata e lo sarà sempre un supplizio da qualunque parte la si guarda. Immaginare che il dibattito sia soft, come una semplice passeggiata, è davvero da sprovveduti. La verità è che da sindaco uscente si aspettava una rielezione tutta discesa, invece ha trovato una coalizione che gli ha dato filo da torcere portandolo al ballottaggio, rischiando anche di batterlo. In fine, la critica e qualsiasi forma organizzata di protesta sono il sale della democrazia e del confronto tra gli schieramenti, strano Honsell dovrebbe saperlo. Arrivare poi a definirle antipolitica, e la dimostrazione dell’esistenza di preconcetti, una chiusura all’interno di un recinto per non voler ascoltare nessuno.