Sulla tassa sui rifiuti, la Tari l’amministrazione comunale doveva osare di più. In sintesi è questo il concetto che abbiamo espresso durante l’ultima commissione bilancio che prevedeva l’approvazione delle aliquote della Tari per l’anno 2016. A fronte di una differenziata del 67% così stimata nel 2015, la tariffa sia per le utenze domestiche sia per le non domestiche, è scesa di poco. Nel 2015 un appartamento di 100 mq con n. 4 componenti il nucleo familiare pagava 193,29 euro. Nel 2016 lo stesso di Tari pagherà 189,69. Tradotto significa una riduzione di 3 euro e 5 centesimi in meno dell’anno precedente. Analizzando nel complesso le utenze domestiche avranno una riduzione media dell’1,8%. Difficile capire i salti di gioia per aver ridotto la tariffa dei rifiuti di pochi spiccioli di euro. Diverso il concetto per le attività commerciali. Se nel 2014 a bilancio fu stanziato un contributo di 250 mila euro per abbattere le tariffe, nel 2016 questo è sceso a soli 100 mila euro. Non solo, le diverse tipologie di attività commerciali hanno avuto comunque un aumento medio del 2,3%, così come anche quelle attività: Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub, Bar, caffè, pasticceria, Ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio, che prima di vedersi leggermente scontata la tariffa, hanno subito anche loro l’aumento. Questo per dire che, l’amministrazione comunale continua a dire che lo sconto applicato alla tariffa è dell’8%, noi diciamo che con l’aumento applicato, in realtà al netto la percentuale di riduzione per queste tipologie di attività è del 7,2%, il che significa mediamente circa 300 euro in meno rispetto il 2015. Poca cosa per i tanti proclami che si fanno. Si parla sempre di politiche per venire incontro alle attività commerciali del centro storico e poi quando arrivano i tributi da pagare scopriamo che di vero c’è poco e nulla. Ma il nocciolo della questione gira attorno a due fattori. La raccolta differenziata e di conseguenza i ricavi che si hanno e gli utili della Net Spa in dividenti per il Comune. I primi leggendo piano finanziario e la relazione sulla gestione dei rifiuti, non si evincono, sarebbe corretto sapere in euro quanto ricaviamo dal ferro, dalla carta, dalla plastica dal vetro e così via. I secondi ammontano a 847 mila e 700 euro. Questo per dire. Se i cittadini differenziano al 67%, tolti i costi di trasporto e quant’altro a messo che quest’ultimi ci siano, perché parte dei ricavi non vanno a far parte di quella somma che la Net metterebbe a disposizione per abbattere ulteriormente le tariffe e premiando chi differenzia? E l’amministrazione comunale invece di limitarsi a soli 100 mila euro di stanziamento nel bilancio preliminare 2016, perché non utilizza parte degli 847 mila euro di dividenti della Net per ridurre la tariffa dei rifiuti? Perché altrimenti ci viene difficile da capire a che serve differenziare e a che serve che la Net dia utili in dividenti al Comune, se questi poi vengono girati per coprire altre voci in bilancio? Si continua a filosofeggiare di avere le tariffe tra le più basse, ciò non toglie che si può sempre migliorare. Gli strumenti ci sono, basta utilizzarli al meglio, solo così si attuano politiche di riduzione della pressione fiscale sia per i cittadini sia per le diverse attività commerciali.