Dopo la decisione del Tar di rinviare la decisione al prossimo 8 novembre, sarebbe opportuno congelare il progetto di via Mercatovecchio e lasciare che sia compito della prossima amministrazione comunale a farsi carico e di decidere sulle sorti della via più importante del centro storico di Udine.
La storia infinita e travagliata di via Mercatovecchio passa attraverso due mandanti del sindaco Honsell, tra apertura di bandi di gara e poi sospesi e i vari errori tecnico-procedurali stanno mettendo a nudo l’incapacità amministrativa della sinistra, su il più importante cantiere del centro storico di Udine che abbia avuto nell’ultimo decennio. Il cantiere inserito nel programma delle elezioni del 2013 dell’attuale sindaco fu definito come punto cardine e qualificante di tutta la compagine politica, con l’obiettivo di riqualificare la via più importante della città contribuendo a rilanciare il commercio cittadino. Presupposti che abbiamo sempre criticato perché alla base è sempre emersa una visione ideologia e fallimentare dell’attuale giunta comunale che in questi anni l’unico obiettivo è stato solamente la realizzazione pavimentazione di via Mercatovecchio, dimenticando le altre piazze e vie della città. Cinque anni buttati al vento, risorse di denaro posti a bilancio e tempo sprecato, chiusi nel proprio recinto hanno caratterizzato le proprie scelte abdicando a un progetto ben definito che coinvolgesse l’intero centro storico della città. Progetto che nel frattempo conta anche del trasferimento dall’1 ottobre dell’architetto Barbara Gentilini nonché il Responsabile unico del procedimento (Rup), avendo vinto un concorso nel comune di Spoleto che, di fatto, dopo la rocambolesca corsa di Honsell affinché la progettista fosse riconfermata a tale incarico, ha lasciato la città e con essa l’intero progetto della pavimentazione. Contrari da sempre a una visione settoriale, abbiamo sempre ritenuto che la rivitalizzazione del centro storico passa attraverso una visione e una pianificazione strategica che abbia come peculiarità la valorizzazione di tutta l’area centrale della città e della sua imprenditorialità e non semplicemente una pedonalizzazione di un luogo. Per ricollocare Udine e la sua centralità che è ferma agli anni 90’ occorre porsi come obbiettivo di intervenire e ridefinire il ruolo delle piazze storiche, Duomo, San Giacomo, Venerio, XX Settembre ed evidentemente anche via Mercatovecchio, però che sia frutto di un ragionamento complessivo, governato e responsabile che abbracci tutto il contesto dell’esistente. Senza questi presupposti, dar vita a un cantiere che la stragrande maggioranza di cittadini, commerciati e politica oggi contesta, sarebbe un pugno allo stomaco alla città. Per questo riteniamo, a prescindere delle vicende giudiziarie pendenti e il rinvio della decisione dei giudici del Tar al prossimo 8 novembre, buon senso direbbe di congelare il tutto affinché sia la prossima amministrazione a farsi carico di capire e valutare se quell’opera sia davvero strategica per Udine, per il centro storico e l’intero commercio cittadino.