Il Comune di Udine e la Prefettura incentivano gli arrivi dei profughi e sovvenzionano le associazioni dedite all’accoglienza che, negli ultimi anni sono nate come funghi. La delibera di Giunta del 19 ottobre 2016 votata all’unanimità, riassume la richiesta della Prefettura UTG di Udine, finalizzata al rinnovo della “Convenzione per la gestione di un sistema di accoglienza”. Leggendo tra le righe, si nota come dal 2013 le convenzioni sottoscritte tra le parti affidano direttamente a palazzo d’Aronco la gestione dei servizi di accoglienza dei cittadini stranieri richiedenti asilo temporaneamente presenti sul territorio della provincia di Udine e dichiarati in stato di indigenza. Fino al 31 dicembre di quest’anno il numero è fissato in misura pari 313, riservati ai richiedenti asilo la cui domanda di protezione internazionale è presentata presso la locale Questura, assegnando la quota a pro-capite di € 32 al giorno. Tale convenzione rinnovata, che va dal 01 gennaio 2017 al 31 dicembre, quindi, tutto il prossimo anno, prevede che il numero dei richiedenti asilo che fanno parte del sistema di accoglienza denominato AURA (Accoglienza a Udine dei Richiedenti Asilo), sia variato da 313 a 350 per importo massimo presunto è di € 4.088.000. Un circolo vizioso che in questi termini non avrà fine, e a far parte di questo business dell’accoglienza, oggetto della convenzione, sono i soggetti che tutti conosciamo: Centro di Accoglienza “Ernesto Balducci Onlus” di Pozzuolo del Friuli, Centro Caritas dell’Arcidiocesi di Udine, Associazione “Nuovi Cittadini Onlus”, Associazione “OIKOS Onlus” di Udine e Consorzio di Cooperative Sociali “Il Mosaico” di Gorizia. Anche se l’importo non ricadrà sulle casse del Comune e non comporterà oneri aggiuntivi per l’Amministrazione, poiché sarà coperto con il rimborso statale, tutto ciò poco importa, sempre di soldi pubblici stiamo parlando. Mentre gli italiani perdono il lavoro, altri non arrivano alla fine del mese, aziende che chiudono e giovani, che fanno fatica a trovare lavoro, i profughi che scappano da chissà quale guerra e persecuzioni, come loro dicono, a Udine sono serviti e riveriti. Ma c’è dell’altro, per capire bene occorre fare dei paragoni. Per un pensionato anziano lo Stato spende circa 600 euro mensili di pensione minima pari a 20 euro al giorno, per un profugo si spendono in totale € 32 per vitto e alloggio, ciò significa € 960 euro al mese. Con una differenza in negativo a discapito del pensionato pari a € 360 mensili. Sfogliando anche i bilanci del comune di Udine dal 2013 al 2015, si nota che la spesa per accogliere nel 2015 rispetto al 2013 sia ben oltre quintuplicata. Infatti, nel 2013, alla voce Servizi assistenziali e prevenzione sociale – Area extracomunitari a bilancio comunale risultano 812.356 mila euro. Stessa voce nel 2014 è passata a € 2.700.569, e nel 2015 la somma è lievitata a € 4.929.078. Un totale in tre anni pari a € 8.442.003. Cifre importati che danno la percezione di un fenomeno che se si continua a finanziarlo con soldi pubblici degli italiani e degli udinesi che lavorano e pagano le tasse, non finirà mai col rischio di creare discriminazioni sociali e può innescare delle vere battaglie tra poveri.