Segnalato alla Digos e alla Polizia locale il ristrovamento di una scala lungo il muro di cinta.
Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni da parte dei residenti di via Morosina che hanno notato in particolar modo durante le ore notturne nella zona che costeggia la tratta ferroviaria Udine – Cividale, all’altezza del passaggio a livello, continuo via vai di profughi.Siamo stati allerti, e abbiamo provveduto a fare un sopralluogo per renderci conto di persona, quanto ci è stato segnalato. All’altezza del passaggio a livello della tratta ferroviaria Udine – Cividale, c’è un sentiero che costeggia la ferrovia e nei pressi un boschetto apparentemente recintato. Basta fare ancora due passi per arrivare nei pressi del muro di cinta dell’ex caserma Cavarzerani per trovarsi davanti alla sorpresa.Una grata o inferriata opportunamente divelta. Infatti, è stato creato un buco che permette agevolmente il passaggio di una persona, così per potersi addentrare indisturbati all’interno di un boschetto che presenta una folta vegetazione arborea. Poco più di una decina di metri, abbiamo rinvenuto una scala poggiata a un tronco di albero che s’innalza lungo il muro di cinta dell’ex struttura militare. Ci siamo resi conto che la zona si notavano tracce d’impronte e quello che i residenti, da mesi notavano, era una realtà concreta. Non solo, da altre segnalazioni abbiamo scoperto che i profughi sono stati notati camminare lungo la linea a ferroviaria, creando disservizio e rallentamenti, con il rischio di rendere poco sicura la ferrovia e con la possibilità di creare incidenti. Del rinvenimento della scala e del foro nella grata, abbiamo immediatamente provveduto a fare una segnalazione alla Polizia di Stato – Digos e alla Polizia locale, documentando il tutto con materiale fotografico. Vicenda alquanto preoccupante, poiché riteniamo che la questione vada avanti da diversi mesi, e il movimento abbastanza frequente di profughi, oltretutto indisturbato, ha creato allarmismo, in considerazione anche delle ultime vicende di droga e di persone già espulse poi rientrate illegalmente e di altri denunciati per aver fornito nomi falsi e documenti contraffatti, tutti rintracciati all’interno dell’ex struttura militare.