Accoglienza divenuta puro servilismo da parte delle istituzioni che rischia di innescare una bomba sociale.
Dopo il viaggiare gratis e senza biglietto dei profughi sugli autobus cittadini, adesso spunta anche un’antenna e per la connessione wi-fi nell’ex caserma Cavarzerani, a spese dei contribuenti. Mantenuti con vitto e all’alloggio, potevano farsi mancare in casa la connessione veloce? Cosa dobbiamo aspettarci ancora, cosa gli manca che non hanno? Qui non si tratta se pochi o tanti soldi che palazzo d’Aronco spende per installare un’antenna, come afferma l’assessore Gabriele Giacomini. È l’approccio che è sbagliato. Sfido chiunque a smentirmi. Se fossero stati gli udinesi residenti nella zona di via Cividale a chiedere un’antenna wi-fi per migliorare e potenziare la connessione per uno scambio dati più veloce, l’amministrazione comunale avrebbe tirato fuori mille scuse. Il patto di stabilità, i fondi insufficienti, non è previsto negli obiettivi del Comune, eccetera e eccetera. Per i profughi tutto è dovuto. Un populismo mascherato e mischiato in ogni modo e in ogni luogo al concetto di accoglienza, divenuta ormai puro servilismo da parte delle Istituzioni. Una mossa geniale qualcuno direbbe. Ma cosa pensa l’amministrazione comunale di aver risolto così la questione degli assembramenti dei profughi che invadano le piazze di Udine con cellulari e smartphone? E dopo, invece, se ne staranno belli e buoni rintanati all’interno dell’ex comprensorio militare? Pura utopia. Gli udinesi continueranno a vedere in giro per la città gente buttata a terra, sui marciapiedi e sulle aiuole a chattare e video chiamarsi. Quello che fa arrabbiare tutti è anche un’altra questione. Mentre i cittadini sono tartassati di tasse e di balzelli di ogni genere, nei confronti dei profughi assistiamo come ogni livello amministrativo spende soldi ed è pronto a mettere a bilancio incendi somme senza farsi nessuno scrupolo, oltretutto facendo passare il messaggio che è indispensabile e corretto fare così. Sbagliato, enormemente sbagliato. Perché alla fine a pagare sono sempre gli stessi, e c’è il rischio di innescare e di fare esplodere una bomba sociale e una lotta tra poveri.