Siamo totalmente in disaccordo con questa idea di Honsell, nel voler mantenere a tutti i costi nel borsino societario delle partecipate comunali, Udine mercati. La trasformazione da Spa a Srl è una trovata assurda. La legge n. 190/2014 (legge di stabilità 2015) all’art. 1 c. 611 e ss. parla chiaro. Gli Enti locali entro il 31 dicembre 2015, dovevano avviare un processo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute, in modo da conseguire la riduzione delle stesse e dei costi di funzionamento. Processo che a Udine è stato totalmente ignorato. Basti pensare al Piano Operativo di razionalizzazione delle partecipate firmato dal sindaco e approvato dalla maggioranza, andato in altra direzione rispetto alla Relazione tecnica redatta ai sensi dell’art. 1 c. 612 della legge di stabilità, dal direttore del dipartimento finanziario, Rodolfo Londero, che tra le società da dismettere, Udine mercati era tra queste. Le motivazione erano chiare. La società non ha mai avuto un ruolo strategico, poiché il servizio che svolge, di fatto, consiste nella gestione dell’immobile di proprietà del comune e nell’assegnazione in sub concessione degli spazi agli operatori privati. Non solo, nella relazione di legge ancora che, Udine mercati non risulta indispensabile alle finalità operative e le sue attività e possono essere svolte da altri soggetti operanti nel medesimo settore a condizioni di maggiore convenienza. Quindi, la scelta dell’amministrazione comunale di mantenere in vita Udine mercati e di trasformarla da Spa a Srl. ha solamente un valore prodromico, vista l’eliminazione del collegio sindacale, la riduce il Cda da 5 a 3 componenti e la nomina dell’amministratore unico. Manovra che però non azzera definitivamente nessun costo, se consideriamo il principio enunciato dalla legge di stabilità. Noi rimaniamo dell’idea che sia Udine mercati, così come altre quote societarie detenute da palazzo d’Aronco (Udine Gorizia Fiere, DITETI, Banca Etica e Banca popolare di Vicenza), sono partecipazioni societarie ritenute non di valenza strategica, e quindi, da dimettere. Sulla delibera in calendario il prossimo consiglio comunale del 20 gennaio, toglieremo la scheda, poiché già nel marzo del 2015 avevamo presentato una mozione per la dismissione delle partecipate non strategiche, e la maggioranza l’ha bocciata. Votare adesso favorevole o contrario a una riconfigurazione non ha nessun senso logico, per questo non parteciperemo alla votazione.